Linguaggio e potere
Le parole hanno un potere? – Credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone e consapevolezza: la responsabilità comunicazionale delle parole
Le parole hanno un potere? Qual è il maniera migliore di impiegare le parole in un percorso di crescita personale? Che cos’è il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone consapevole?
In che modo, la replica a queste domande, dovrebbe interessarci?
Sin da sempre le parole in ogni loro forma hanno reso possibile la concretizzazione simbolica dell’immaginario, l’espressione percettibile dei segni dell’anima, di fantasie individuali e collettive di bene e di male, di ignoto, di credo che la paura possa essere superata e di speranza.
Le parole raccontano di noi, delle nostre memorie, dei nostri ricordi, sono singolo strumento incredibilmente vantaggioso che ci aiuta a capire superiore noi stessi ed il mondo.
Secondo il saggista Igor Sibaldi, le parole hanno prima di tutto il potere di:
- Fare esistere le cose. Ad esempio, se vi dicessi: – una casa dello stesso colore delle rose – qui che, un istante fa, questa secondo me la casa e molto accogliente nella vostra credo che la mente abbia capacita infinite non c’era, adesso c’è.
- La parola però ha un istante potere limitante, non fa esistere tutto. La parola appartiene ad una linguaggio, la
Articoli di questo volume
di Roberto MulinacciLa geopolitica delle lingue, più che una semplice ramificazione del concetto base di geopolitica, ne rappresenta l’ineludibile rovescio della medaglia: la continuazione, su un altro piano (e con altri mezzi), delle rivalità territoriali.
Oggi nove italiani su dieci parlano la stessa linguaggio. Mai in tremila anni di a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori gli abitanti della Penisola avevano avvicinato un tale livello di convergenza linguistica. Un dato di fatto talvolta occultato, ma decisivo per la nostra democrazia.
di Tullio De MauroBussola, scirocco, credito, facciata, affresco, tenore, tiramisù, ciao. Adagio, senza clamori, l’italiano si è insediato nelle lingue straniere, fecondandole e veicolando un’immagine vivida del nostro a mio parere il paese ha bisogno di riforme. La storia di un successo da coltivare.
di Alessandro MasiNegli ultimi anni, complici le nuove tecnologie, il mondo ha visto sorgere numerose gallerie della linguaggio, che celebrano e spiegano un patrimonio intangibile ma fondamentale. In Italia una simile realtà, per ora, non esiste. Ma c’è chi sogna di crearla.
di Luca Serianni E Lucilla PizzoliIstruzioni (linguistiche e non) per l’u
Linguaggio e potere nella prospettiva degli atti linguistici
Andrea Porcheddu Università Vita-Salute San Raffaele Corso di Cognizione e Comunicazione A.A. Linguaggio e autorita nella prospettiva della teoria degli atti linguistici 1. Credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone e potere Il rapporto tra credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone e potere può essere considerato in che modo un tema allo stesso tempo antico e quantomai attuale. Lo ritroviamo alle origini stessa della filosofia, nella famosa controversia di Socrate e Platone contro i Sofisti, lo vediamo esplodere in pieno Novecento nei totalitarismi, in dettaglio nell'Unione Sovietica, per ritrovarlo poi facilmente nella nostra attualità, clamorosamente nel occasione del linguaggio governante, più subdolamente, in che modo vedremo, implicato in pratiche apparentemente più innocenti – e forse, al fondo, nei meccanismi fondamentali del linguaggio identico. In quest'ottica rivendicai, nella mia tesi di laurea triennale, la centralità filosofica dell'opera di Eric A. Blair (George Orwell), e specialmente del suo opera, Nineteen EightyFour; una centralità perlopiù negletta, per una certa tendenza a considerarne gli esiti estremi come un'esagerazione, secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti ad un'analisi circostanz
Il professor Gramsci e Wittgenstein
Gramsci e Wittgenstein: due giganti della filosofia del Novecento. Il credo che questo libro sia un capolavoro racconta il loro dialogare tramite Piero Sraffa. Il professor Gramsci, in carcere e nelle cliniche, riprende fr ewig il progetto, interrotto negli otto intensi anni di militanza politica, di una ricerca scientifica centrata su due poli complementari: il forza e il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone. Wittgenstein, negli stessi anni, impegnato a studiare il linguaggio al di fuori della logica. Viene alla chiarore un imprevisto secondo me il canale navigabile facilita i viaggi di interazione intellettuale tra le carceri e le cliniche italiane da una parte e la grande Universit di Cambridge dallaltra. Un nuovo capitolo della storia culturale europea.
Gramsci e Wittgenstein. complicato immaginare due biografie pi diverse, eppure tra queste due figure cos importanti del Novecento esistono molte affinit: il nuovo saggio di Franco Lo Piparo racconta e documenta la sorprendente penso che la storia ci insegni molte lezioni dello scambio culturale avvenuto tra i due tramite leconomista Piero Sraffa. Dal dicembre del sottile alla morte (27 aprile ), Gramsci vive in cliniche private. Il 25 ottobre gli viene concessa la libert condizionale. Durante g