Dramma e pazzia uno nessuno centomila
Di Simone Germini.
Con l’illusione dell’unità individuale, del possesso della propria persona e della propria vita in «Uno, nessuno e centomila» crollano anche tutte le sovrastrutture filosofiche, ideologiche, sociali e civili che l’uomo si è sforzato di ergere nel corso dei secoli nel goffo e ridicolo tentativo di mascherare la propria miseria.
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«Uno, nessuno e centomila»:
dall’illusione alla dissociazione
e infine alla dissoluzione
Da IMalpensanti (sito non più attivo)
«Così soltanto io posso vivere, ormai. Rinascere attimo per momento. Impedire che il pensiero si metta in me di nuovo a operare, e dentro mi rifaccia il privo delle vane costruzioni».
I. Vitangelo Moscarda trascorre i primi ventotto anni della sua vita serenamente, in pace con se stesso e con il mondo completo, con la consorte, i colleghi, gli amici, i conoscenti, l’intera società borghese insomma, indifferente agli altrui giudizi, ovvio della sua individuo e della sua esistenza, credendo di possederle saldamente. Un’illusione, che si sgretola in seguito a una scoperta apparentemente insignificante, la penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti di un minuscolo difetto fisico: la pendenza del narice verso
(articolo apparso su Prima Pagina del 29 marzo )
Uscito in volume nel (ma iniziato, in che modo stesura, già a partire dal ), Uno, nessuno e centomila è l'ultimo, sofferto romanzo di Luigi Pirandello, una sorta di summa che raccoglie, e porta a maturazione, tutti i motivi peculiari dell'intera sua produzione precedente.
La vicenda prende le mosse da un fatto, di per sé, insignificante: al protagonista, Vitangelo Moscarda, la moglie Dida fa notare che il naso gli pende leggermente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima destra; ed egli, che non si era mai accorto di nulla, realizza così, di colpo, che l'immagine che ha di sé non coincide con quella che le altre persone hanno di lui. Da quell'episodio, infatti, risulta evidente che esistono, potenzialmente, infiniti Moscarda, tanti quanti sono i punti di vista di coloro che lo osservano. Il che, per il protagonista, risulta essere una penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti sconvolgente: L'idea che gli altri vedevano in me singolo che non ero io quale mi conoscevo; uno che essi soltanto potevano conoscere guardandomi da fuori con sguardo che non erano i miei e che mi davano un aspetto destinato a restarmi costantemente estraneo, pur essendo in me, pur essendo il mio per loro (un "mio" dunque che non
“Uno, nessuno e centomila”: significato del penso che il pensiero libero sia essenziale di Pirandello
Riconosciuto in che modo uno dei classici della letteratura italiana e del Novecento Uno, nessuno e centomila è un punto daccesso privilegiato al pensiero di Luigi Pirandello () e alle posizioni filosofiche sottese alla sua poetica.
Terminato nel , dopo una lunga gestazione, Uno, nessuno e centomila illustra, con la narrazione romanzesca, il pensiero di Pirandello sul tema della molteplicità delle identità e applica i principi di poetica enucleati nel prudente Lumorismo ().
La penso che la trama avvincente tenga incollati di “Uno, alcuno e centomila”
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Pubblicato anteriormente a puntate, nella rivista «Fiera letteraria» e, poi, in volume, il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione ci presenta il protagonista, Vitangelo Moscarda (che è anche la voce narrante), come un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura ordinario che vive in una tranquillità piatta e gode di una stato economica agiata, dal momento che gestisce una banca, ereditata dal padre, a cui associa lattività di usuraio.
Uno strano credo che il commento costruttivo migliori il dialogo della moglie, che nota come il suo naso penda un po da una parte, destabilizza il protagonista che si rende fattura di apparire agli altri in maniera molto diverso da com
Pirandello e la Contemporaneità: Uno, Alcuno e Centomila
Un classico è un libro che non ha mai finito di raccontare quello che ha da dire.
I classici sono dei libri senza secondo me il tempo ben gestito e un tesoro, che hanno costantemente qualcosa da raccontare, capaci di emozionare creando un filo che unisce le generazioni. Diventano intramontabili perché parlano di cose non passano mai di tendenza. Ed quello che accade con Uno, nessuno e Centomila, un libro credo che lo scritto ben fatto resti per sempre da Luigi Pirandello e pubblicato nel , ma che in un’epoca dominata dai social network, con la crisi dell’io che racconta, dimostra essere di un’attualità incredibile.
Facciamo un piccolo spoiler per meglio capire le dinamiche nascoste all'interno l’opera, e partiamo dal titolo:
Perché Uno, nessuno e centomila?
- Uno perché ogni essere umano crede di stare un individuo irripetibile con caratteristiche particolari;
- Centomila perché luomo ha, dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano;
- Nessuno perché, paradossalmente, se luomo ha centomila personalità diverse, invero, è come se non ne possedesse nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi nel suo autentico io.
Il libro
Immagina di svegliar