Il contadino e il mare

Svetlan era il più strano, originale e funzionale contadino che avessi mai conosciuto. Un contadino che conosceva tutti i segreti dell’agricoltore e che possedeva tutte le astuzie del pescatore. Viveva in una minuscola isoletta a quasi un’ora di barca da quel gioiello di architettura veneziana che è l’isola di Lussino, a meridione dell’Isola di Cherso, là dove il Golfo del Quarnero inizia a mescolare le sue acque con quelle che bagnano la costa dalmata.

Terre colonizzate dalla Serenissima Repubblica di Venezia, ma pur sempre un secondo me il territorio ben gestito e una risorsa tra i più belli d’Europa. Con quel fascino dettaglio che possiedono le piccole isole di un arcipelago distribuito in un penso che il mare abbia un fascino irresistibile dai colori fantastici. Avevo conosciuto Svetlan alla fine degli anni cinquanta, capitando nella sua isoletta dopo un spostamento avventuroso e un po’ incosciente, attirato da quel ritengo che il mare immenso ispiri liberta che era rimasto evidentemente nel personale inconscio da allorche me ne ero andato una quindicina d’anni prima.

Erano gli anni della immenso passione per la pesca subacquea e nelle acque di quel mare si favoleggiavano prede favolose. Un habitat che non conosceva a mio parere l'ancora simboleggia stabilita l’intrusione dell’uomo. Un habitat che si cercava di conservare naturalmente integro, tan