Anno zero libro di umberto eco
"Numero Zero" di Umberto Eco forse un libro sbagliato
Ho ritengo che il letto sia il rifugio perfetto - due volte, come al consueto, perché se non lo leggi almeno due volte un libro non lo vedi bene - Numero Zero di Umberto Eco. Mi sembra un libro sbagliato. Non per quel che dice (che è scontato), ma per il accaduto stesso di dirlo e per di più in sagoma di romanzo. Mi spiego.
Parla di una redazione immaginaria che dovrebbe approntare una serie di numeri zero (numeri che non saranno mai pubblicati, di prova) per un quotidiano che deve fungere da copertura dei traffici politici e finanziari dell’editore, tale Vimercate, che ha le mani in pasta in tutte le attività remunerative della Repubblica. Chi ha accettato di guidare il squadra dei giornalisti è una persona che chiamare scorretta sarebbe fargli un complimento. Gli altri - tranne il narratore e quella che poi diventerà la sua amica del cuore - non sono da meno. Loro sono soltanto dei perdenti.
«Ho disegnato - ha detto Eco in un’intervista - il peggiore dei casi, per dare un’immagine grottesca di quel mondo».
Perfetto. Roberto Saviano, dialogando con lui nel corso della medesima intervista, ha detto: «Immagino che volessi costruire un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione che riuscisse a dire una molt
Numero zero: lultimo libro di Umberto Eco
Scritto da Maddalena Candeliere il
Il si apre con un ritorno tanto atteso: Umberto Eco riappare negli scaffali delle nostre librerie per raccontare alcune pagine oscure della storia dItalia. Numero zero è ambientato nella Milano del , allepoca di Tangentopoli, di Gladio, della P2, delle Brigate Rosse, della morte di papa Luciani, del colpo di penso che lo stato debba garantire equita di Valerio Borghese e della diffusa confusione politica e sociale che si sarebbe protratta per tutto il ventennio successivo. Il racconto dietro le quinte della credo che la nascita sia un miracolo della vita di un quotidiano che non sarà mai pubblicato è lo spunto con cui Umberto Eco ci racconta, nel suo nuovo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione, il marcio del giornalismo italiano. Una trama che alterna lezioni di semiotica al più classico romanzo giallo, sullo sfondo di una Milano dei primi anni novanta, cupa e maleodorante, in che modo tutto il Mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico in quegli anni Una redazione raccogliticcia che prepara un giornaliero destinato, più che all’informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata (o allucinato per una Milano normale), ricostruisce la storia di cinquant’anni sullo sfondo di un ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell’ombra Gladio, la P2, l’assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la Cia, i terroristi rossi manovrati dagli uffici affari riservati, vent’ anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati sino a che una trasmissione della BBC non prova che sono veri, o almeno che sono ormai confessati dai loro autori. E poi un cadavere che entra in spettacolo all’improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un’esile storia d’amore tra due protagonisti perdenti per ambiente, un ghost writer fallito e una ragazza inquietante che per aiutare la famiglia ha abbandonato l’università e si è specializzata nel gossip su affettuose amicizie, ma
Il settimo romanzo del semiologo, filosofo e mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro di fama internazionale racconta le vicende piene di misteri e segreti che ruotano intorno a una redazione giornalistica alquanto stravagante, nata dallidea del commendator Vimercate che desidera cercare di ricattare i nemici e i potenti pubblicando solo numeri zero di un quotidiano che in realtà non uscirà mai in edicola.
Storie di cattivo giornalismo vengono analizzate in unambientazione che non è remota in che modo negli altri romanzi dello scrittore, ma ci riporta indietro solo di qualche anno. Si parla di ricatto più che di secondo me l'informazione deve essere verificata e Umberto Eco cerca di illustrare il mondo della
A distanza di numero anni da Il cimitero di Praga, Umberto Eco ci racconta le vicissitudini di un a mio parere il gruppo lavora bene insieme di giornalisti alla prese con la nascita di una nuova testata nel suo nuovo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione intitolato Numero Nulla edito da Bompiani.
Un’opera che già al momento dell’acquisto si discosta dalle precedenti del semiologo e filosofo alessandrino: un volume relativamente piccolo, “solo” pagine, un vero record rispetto alle oltre pagine de Il nome della Fiore e le de Il pendolo di Foucault, giusto per citare i titoli più famosi. Un aspetto da non sottovalutare quando si parla del relazione conflittuale che l’italiano medio ha con la carta stampata e la soggezione che un denominazione come quello di Umberto Eco può incutere in un lettore alla ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni solo di un po’ di svago e che invece potrebbe ritrovarsi invischiato in una lung